“ci vogliono parecchi luoghi dentro di sé per avere qualche speranza di essere se stessi”
J.B. Pontalis
Il Maladiptive daydreaming (MD) è un’esperienza di immersione da vigile in un mondo fantastico, frutto dell’immaginazione e della creatività del protagonista, la cui caratteristica principale riguarda l’intensità del vissuto emotivo coinvolgente, totalizzante e gratificante.
Il termine è stato coniato dallo psicologo Eli Somer, definendolo come “una forma disordinata di assorbimento dissociativo in sogni ad occhi aperti, correlato ad una attività di fantasia vivida ed eccessiva che spesso coinvolge scenari elaborati e fantasiosi”. La funzione principale sembra essere quella di procurare sollievo immediato in momenti di ansia e angoscia, o di noia. Ed è spesso associato a movimenti stereotipati, come camminare avanti e indietro o dondolarsi; e film, musica, videogiochi o libri lo favoriscono, innescando nuove fantasie (triggers).
Il protagonista sogna storie con personaggi definiti reali o inventati. Le trame e le ambientazioni appaiono complesse.
La costruzione di queste storie è precisa e raffinata e non corrisponde a semplici fantasie o ricordi di eventi passati:
“Non è fantasticare sull’amoroso o amorosa!”
“Non è ripercorrere nella propria mente l’ultimo meraviglioso viaggio fatto in Giappone!”
Il MD rappresenta un’immersione emotiva intensa vissuta come positiva e per questo ricercata anche più volte durante il corso della propria giornata.
Cosa è utile sapere per il clinico?
Il soggetto è sempre consapevole che si tratta di finzione, e in questo senso non c’è perdita del senso di realtà, e si differenza anche da forme di ritiro autistico nella misura in cui le interazioni sociali e la qualità affettiva non sono necessariamente compromesse.
Il MD è la rappresentazione di un altrove, un modo per il/la protagonista di incontrare un’altra esperienza di sé, e solo in alcuni casi la ricerca del piacere procurato potrebbe interferire col funzionamento relazionale, scolastico o lavorativo.
Il MD presenta elementi di comorbilità con disturbo d’ansia, depressione e ADHD.
Quando il Maladaptive daydreaming appare problematico?
Per alcuni, non per tutti, il sogno ad occhi aperti creativo può trasformarsi in un comportamento disfunzionale:
quando finisce per sostituire l’interazione umana e/o interferire significativamente con il funzionamento scolastico, professionale o interpersonale.
Rifugiarsi in una realtà alternativa può creare dipendenza attraverso fantasie compulsive che prendono il completo controllo sulla propria vita.
Perché è importante parlarne?
Per giungere ad una sua corretta definizione, poiché conoscere e comprendere il Maladaptive daydreaming aiuta il clinico a non svalutare l’esperienza emotiva narrata in seduta dal protagonista e quanto ricercato attraverso un sogno ad occhi aperti creativo e gratificante.
Spunti sparsi sul Sogno:
Fosshage J. The organizing functions of Dreams mentation in “Contemporary Psychianalysis” XXXIII (1997)
Somer E. Maladaptive daydreaming . A qualitative inquiry in journal of Contemporary psychitherapy, XXXII, 2002
Gnoli A., da Jung a Fellini amo le zone d’ombra, in Repubblica, 20 giugno 2010
Civitarese G. Il sogno necessario. Nuove teorie e tecniche dell’interpretazione in psicoanalisi, 2013
Lingiardi V. L’ombelico del sogno. Un viaggio onirico. Giulio Einaudi editore, 2023