La forma delle cose

Quel piccolo capolavoro di Shameless

Tempo di lettura: 2 minuti

Se avete già visto la serie This is Us e la miniserie Maid allora siete pronti a completare la trilogia sulle vicende familiari con la visione di Shameless, una commedia sul mito della sopravvivenza nel South Side di Chicago, dal sapore irriverente, ma che conserva l’amore fraterno come opportunità per non sentirsi mai soli, seppur realmente abbandonati.

La serie narra le vicende dei Gallagher, una famiglia sgangherata costituita dal padre Frank e dai suoi sei figli, Fiona, Lip, Ian, Carl, Debbie e Liam, tutti dediti a sbarcare il lunario con metodi poco convenzionali.

È una storia corale nella quale l’infanzia sembra non esistere: si viene al mondo per essere spediti come treni ad alta velocità a compiere scelte da grandi! Nelle famiglie come questa, che alcuni manuali definirebbero multiproblematiche, i figli crescono con l’idea di salvare i propri genitori o l’amore stesso provato nei loro confronti, ma finiscono col sentirsi soltanto responsabili per i problemi degli adulti.

In Shameless accade anche il contrario: i figli cercano di rimanere in piedi e di sopravvivere in un mondo adulto carico di cinismo e di difficoltà.

Il padre Frank, ad esempio, recita sentimenti benevoli fino ad esasperarli e renderli palesemente fuori luogo. Completamente sprovvisto di senso paterno, narcisista per vocazione, dedito alle droghe e all’alcol, lo potremmo definire un cittadino irritante, perché  collezionista seriale di nefandezze nei confronti di chiunque incontri.

A mio avviso, la serie ha i suoi punti forza nella descrizione dei profili psicologici dei protagonisti e nel mantenere fede al disincanto che alcune vicende umane sembrano portare inevitabilmente con sé, come spesso accade in quelle aree metropolitane dove la periferia, con il suo alto tasso di criminalità e povertà si fa ghetto nell’immaginario collettivo, prima ancora che nella realtà.

La scelta narrativa di questa serie non si discosta mai dallo stile dissacrante e amorale, ma dà modo di pensare a tutto quanto vissuto dai protagonisti. E in questo sta il suo valore: far pensare il telespettatore su vicende familiari complesse.

Da guardare almeno una volta nella vita!

Pubblicato sul mio profilo Instagram “Le Storie di Nashi” il 24 gennaio 2022

 

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