La forma delle cose

La canzone manifesto di una nuova generazione

Tempo di lettura: 3 minuti

Pensare ai fatti come agìti delle culture che ci attraversano

 

La canzone Buonanotte di Ernia uscita in questi giorni, è un manifesto di una generazione capace di parlare di sentimenti e di relazioni.  

È un canto intimo che diviene universale. 

L’aborto a volte è un fatto “che fa l’anima pesante” perché c’è chi “viene colpito con molta meno clemenza”.

Il rapper Ernia trova il coraggio di raccontare un vissuto taciuto, quello dell’uomo di fronte alla scelta dell’aborto.

Dà voce alla posizione scomoda di chi sembra dover rimanere solo fuori -dall’ospedale come dalla scelta, o dalla vita di un figlio solo sognato.

Come fosse il giusto castigo per le “colpe” dei propri padri, uomini destinati oggi solo a commentare il fatto appartenente solo all’uno o sempre a qualcun altro. 

Il brano colma un vuoto: di parole, di una storia nelle storie, di un sentire tutto al maschile capace di riappropriarsi di una soggettività relazionale.

Prova a raccontare cosa significa trovarsi dall’altra parte della sponda: cosa si prova ad accompagnare e sostenere la propria compagna nella notte.

Col rischio per l’uomo, come lo è stato per molto tempo per la donna, di ricoprire solo un ruolo prestabilito e definitivo perché dato da una cultura divisiva che si limita a conferire potere di scelta solo all’uno o solo all’altra.

Il brano è potente perché parla di relazioni come organizzatori di contesti, di generazioni e culture collegate ad immaginari e significati, all’interno delle quali l’uomo sembra capace di contenere e di proteggere, come di sognare, ma non ancora di desiderare

È potente perché parla di relazioni con il non vissuto, con la mancanza, che è essa stessa vita da condividere e raccontare, per non sembrare “formali pure con gli affetti”. 

Poiché esistono sentimenti che ci uniscono pur nell’assenza del “mai nato”. 

È una canzone capace di dar voce al sentimento di tanti, ad una generazione capace di parlar di sentimenti o di vissuti che rendono anche vulnerabili o impotenti.

Un testo che trovo significativo nella misura in cui dà modo di confrontarsi sull’esperienza della paternità e della maternità come complessità di eventi e emozioni che necessitano di essere continuamente pensati, per poter fare spazio anche a nuovi pensieri, domande e desideri

 

ASCOLTA ORA: La canzone Buonanotte di Ernia

Lascio qui di seguito il TESTO di Buonanotte di Ernia:

C’era silenzio in auto mentre guidavo per l’ospedale

era la terza volta che accompagnavo tua madre

era giugno clima mite visite di controllo

a quel punto dell’iter non c’era rimasto molto da commentare

vedi

io stavo fuori già dall’arrivo

aveva un che di punitivo tipo messo in castigo

Ma nelle sale d’attesa ho capito

temono che l’uomo possa fare pressione di qualche tipo

La mamma si è ripresa dopo un po’ nonostante

Questo sia uno di quei fatti che fa l’anima pesante

E in genere il dolore passa serve pazienza

ma alcuni vengono colpiti con molta meno clemenza

Di altri

Quando non sei nato

celavo i sentimenti è così che mi hanno educato

e se tu li conoscessi pure i nonni sono freddi

a volte sembriamo formali pure con gli affetti

Comunque ti ho sognato

ma non ti ho dato un volto preciso

perché non ti ho conosciuto giusto questo preciso

eppure ti ho immaginato

eri bello nel mio pensiero

qualcosa di leggero

libellule sul sentiero

e mi chiedevi della vita beh

la vita è una condanna

O almeno così sembra se hai il vizio di raccontarla

Ti levano la gioia giusto fuori dalla pancia

E dopo corri tutta una vita per riacciuffarla

Mi sveglierò domani

e tu non ci sarai

ma quando cerchi me

e cerco te

tu lo sai

dove potrai trovarmi

nei miei sogni che poi

è lì che vedo te

e vedi me

come vuoi

non so esser così forte

tu falle far la buona notte

L’altra sera c’era un vecchio ad un programma serale

inveiva contro case come il nostro indi per cui

avrei stretto la mia mano sulla sua giugulare

per dirgli è facile ingrassare facendo la morale alla morale altrui

ora tornando a prima

ti avrei chiamato Sveva fossi stata bambina

Perché il sapore di casa sa di quello che siamo

E sa che soffia il vento e scende ancora neve quando noi arriviamo

C’è chi nei figli cerca un suo completamento

È come cercare fuori ciò che non trova al di dentro

Non fraintendermi

Non voglio finir solo ma nemmeno

Trovarmi a un certo punto dire amo perché devo

Mi hai dato un bel mal di testa

la paura di sbagliare sai paralizza la scelta

perdonami davvero ma se abbiamo preso questa

è stata anche per non doverci ritrovare ostaggi della stessa

Certe notti invento storie da dire

per distrarla

perché mamma ha certi crolli d’umore

se dovessi ritrovarmi a prendere una decisione

lotterei perché non vorrei rivederla soffrire

ma quando dormo puoi parlarmi nei sogni

chiedermi di noi se hai dei dubbi irrisolti

Ti dirò di ciò che è stato e che sarà

Ora fai la buona notte

Dormi nei pensieri di papà

Mi sveglierò domani

e tu non ci sarai

ma quando cerchi me

e cerco te

tu lo sai

dove potrai trovarmi

nei miei sogni che poi

è li che vedo te

e vedi me

come vuoi

non so esser così forte

tu falle far la buona notte.
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