Pensare ai fatti come agìti delle culture che ci attraversano
La canzone Buonanotte di Ernia uscita in questi giorni, è un manifesto di una generazione capace di parlare di sentimenti e di relazioni.
È un canto intimo che diviene universale.
L’aborto a volte è un fatto “che fa l’anima pesante” perché c’è chi “viene colpito con molta meno clemenza”.
Il rapper Ernia trova il coraggio di raccontare un vissuto taciuto, quello dell’uomo di fronte alla scelta dell’aborto.
Dà voce alla posizione scomoda di chi sembra dover rimanere solo fuori -dall’ospedale come dalla scelta, o dalla vita di un figlio solo sognato.
Come fosse il giusto castigo per le “colpe” dei propri padri, uomini destinati oggi solo a commentare il fatto appartenente solo all’uno o sempre a qualcun altro.
Il brano colma un vuoto: di parole, di una storia nelle storie, di un sentire tutto al maschile capace di riappropriarsi di una soggettività relazionale.
Prova a raccontare cosa significa trovarsi dall’altra parte della sponda: cosa si prova ad accompagnare e sostenere la propria compagna nella notte.
Col rischio per l’uomo, come lo è stato per molto tempo per la donna, di ricoprire solo un ruolo prestabilito e definitivo perché dato da una cultura divisiva che si limita a conferire potere di scelta solo all’uno o solo all’altra.
Il brano è potente perché parla di relazioni come organizzatori di contesti, di generazioni e culture collegate ad immaginari e significati, all’interno delle quali l’uomo sembra capace di contenere e di proteggere, come di sognare, ma non ancora di desiderare.
È potente perché parla di relazioni con il non vissuto, con la mancanza, che è essa stessa vita da condividere e raccontare, per non sembrare “formali pure con gli affetti”.
Poiché esistono sentimenti che ci uniscono pur nell’assenza del “mai nato”.
È una canzone capace di dar voce al sentimento di tanti, ad una generazione capace di parlar di sentimenti o di vissuti che rendono anche vulnerabili o impotenti.
Un testo che trovo significativo nella misura in cui dà modo di confrontarsi sull’esperienza della paternità e della maternità come complessità di eventi e emozioni che necessitano di essere continuamente pensati, per poter fare spazio anche a nuovi pensieri, domande e desideri.
ASCOLTA ORA: La canzone Buonanotte di Ernia
Lascio qui di seguito il TESTO di Buonanotte di Ernia:
C’era silenzio in auto mentre guidavo per l’ospedale
era la terza volta che accompagnavo tua madre
era giugno clima mite visite di controllo
a quel punto dell’iter non c’era rimasto molto da commentare
vedi
io stavo fuori già dall’arrivo
aveva un che di punitivo tipo messo in castigo
Ma nelle sale d’attesa ho capito
temono che l’uomo possa fare pressione di qualche tipo
La mamma si è ripresa dopo un po’ nonostante
Questo sia uno di quei fatti che fa l’anima pesante
E in genere il dolore passa serve pazienza
ma alcuni vengono colpiti con molta meno clemenza
Di altri
Quando non sei nato
celavo i sentimenti è così che mi hanno educato
e se tu li conoscessi pure i nonni sono freddi
a volte sembriamo formali pure con gli affetti
Comunque ti ho sognato
ma non ti ho dato un volto preciso
perché non ti ho conosciuto giusto questo preciso
eppure ti ho immaginato
eri bello nel mio pensiero
qualcosa di leggero
libellule sul sentiero
e mi chiedevi della vita beh
la vita è una condanna
O almeno così sembra se hai il vizio di raccontarla
Ti levano la gioia giusto fuori dalla pancia
E dopo corri tutta una vita per riacciuffarla
Mi sveglierò domani
e tu non ci sarai
ma quando cerchi me
e cerco te
tu lo sai
dove potrai trovarmi
nei miei sogni che poi
è lì che vedo te
e vedi me
come vuoi
non so esser così forte
tu falle far la buona notte
L’altra sera c’era un vecchio ad un programma serale
inveiva contro case come il nostro indi per cui
avrei stretto la mia mano sulla sua giugulare
per dirgli è facile ingrassare facendo la morale alla morale altrui
ora tornando a prima
ti avrei chiamato Sveva fossi stata bambina
Perché il sapore di casa sa di quello che siamo
E sa che soffia il vento e scende ancora neve quando noi arriviamo
C’è chi nei figli cerca un suo completamento
È come cercare fuori ciò che non trova al di dentro
Non fraintendermi
Non voglio finir solo ma nemmeno
Trovarmi a un certo punto dire amo perché devo
Mi hai dato un bel mal di testa
la paura di sbagliare sai paralizza la scelta
perdonami davvero ma se abbiamo preso questa
è stata anche per non doverci ritrovare ostaggi della stessa
Certe notti invento storie da dire
per distrarla
perché mamma ha certi crolli d’umore
se dovessi ritrovarmi a prendere una decisione
lotterei perché non vorrei rivederla soffrire
ma quando dormo puoi parlarmi nei sogni
chiedermi di noi se hai dei dubbi irrisolti
Ti dirò di ciò che è stato e che sarà
Ora fai la buona notte
Dormi nei pensieri di papà
Mi sveglierò domani
e tu non ci sarai
ma quando cerchi me
e cerco te
tu lo sai
dove potrai trovarmi
nei miei sogni che poi
è li che vedo te
e vedi me
come vuoi
non so esser così forte
tu falle far la buona notte.