Quando Snoopy non c’è, noi non rischiamo nulla!
(o almeno è quello che crediamo)
Nel linguaggio comune le chiamiamo “paranoie” quando vogliamo riferirci a tutti quei pensieri e quelle azioni che compiamo nel tentativo di anticipare la mossa dell’altro. È un modo per tenere a bada l’ansia che deriva dal sentirci dipendente da quello che farà o penserà l’altra persona.
È uno stato di confusione mentale anche temporaneo e di crisi durante il quale non ci relazionano con chi abbiamo davanti, ma con le nostre paure e le nostre credenze cristallizzate.
Ci comportiamo cioè come se Snoopy non esistesse nella nostra realtà.
Un tentativo vano, irreale (perché impossibile) di fermare il “tempo” e di impedirci di vedere le mosse dell’altra persona.
Quale è l’obiettivo?
Ad esempio, non scoprire come le azioni, i pensieri e le scelte degli altri ci fanno sentire: bene (eh si! Anche bene!), a rischio, o a disagio.
Nelle forme più gravi, quando l’ansia cresce e si trasforma in angoscia insopportabile, la paranoia è pervasiva, invadente e può portare al ritiro dal gioco in una realtà parallela e fantastica, a volte allucinatoria, che funge da difesa per evitare il confronto reale con i nostri sentimenti e tenere tutto sotto controllo. A quel punto tutto si gioca nella nostra testa e non nel mondo sociale, abitato da molti. Per la persona in questione però appare come una strategia salvifica (lo ricordiamo), perché le permette di contenere l’angoscia: a volte, è l’unica soluzione trovata!
Le “paranoie” nella nostra vita quotidiana sono i nostri pensieri poco utili, quindi, perché poco utilizzabili, e che ci fanno star male perché impiegano molte delle nostre energie psichiche, ma per fortuna si possono cambiare.
Noi possiamo cambiare…ogni qualvolta scegliamo di continuare a giocare con Snoopy e di rischiare.